In fondo cosa pensiamo della vita?

Non ne sappiamo molto.

[…] Più ci siamo dentro e più siamo affascinati, anche se riconosciamo che è piena di paure.
Allora io m’illudo – si vive di autoillusioni – che la morte sia una cosa bellissima di cui non possiamo avere idea, e che c’immette in una vita migliore.

La storia di un’artista che diventa la vicenda di ognuno; l’identità di una donna che descrive le fisionomie di un luogo, cingendolo di concretezza e poesia, attraverso la creatività ed il rigore di un lavoro pregno di umanità e portatore di messaggi universali.Maria Lai.
Libri, fili, telai, fiabe, pupi, presepi, geografie… E poi il simbolo che diviene significato e la scrittura che traccia le righe nella memoria. E di nuovo la poesia di una cultura artigianale che si unisce alla leggenda per divenire azione e collaborazione tra territori e persone.
La sua attitudine al racconto, tipica degli ulassesi, è narrata per immagini e manufatti che descrivono la storia e le storie come metafora della vita e dell’essere, e narrano lo spazio recondito di una vecchia bambina che ricerca la salvezza intrecciando i fili del destino.

A circa un anno dalla scomparsa di Maria Lai (1919 – 2013), le città di Cagliari, Nuoro e Ulassai scelgono di dedicare un’ampia retrospettiva ad una delle artiste più importanti del panorama dell’arte contemporanea italiana.

Ricucire il mondo, questo il titolo della mostra che attraversa l’isola e che sarà visitabile fino al 2 novembre prossimo. Più di trecento lavori, caratterizzati dal suo segno e dalle sue idee, per definire un’esposizione che sembra una monografia “diffusa”.

Da Palazzo di Città di Cagliari, con la curatela della direttrice dei Musei Civici Anna Maria Montaldo, al museo Stazione dell’Arte di Ulassai a lei dedicato e il cui allestimento è stato pensato dalla direttrice Cristiana Giglio, passando per il progetto espositivo del MAN di Nuoro ideato dai curatori Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti, è possibile definire un percorso ideale e recepire le ispirazioni più semplici e al contempo più profonde dell’artista.

Tre luoghi ed una coerenza museale innanzitutto cronologica, ma anche tematica ed evocativa, rimarcata idealmente anche grazie all’intervento Come piccole api operaie dello stilista e amico Antonio Marras che insieme all’artista Claudia Losi ha collegato concettualmente le diverse sedi espositive.

È a Cagliari l’ampia sezione in cui scoprire l’evoluzione di una poetica, dagli anni Quaranta fino alla metà degli anni Ottanta. Qui scorgiamo i suoi disegni e i suoi primi ritratti, la sua ricerca ispirata al lavoro femminile fino alla tessitura. E poi i Paesaggi, i Pani, le Terrecotte, i Presepi e i Telai degli anni Settanta, insieme ad una sezione documentaria nella quale è presente l’azione Legarsi alla montagna del 1981: un intervento ambientale che nasce da una delle tante leggende ulassesi e diventa l’intreccio emotivo di una comunità attraverso un nastro che descrive i rapporti sociali, tessendo trame nelle quali riconoscersi. Leggi tutto…

Legarsi alla montagna, 1981. Azione.
Legarsi alla montagna, 1981. Azione.

 

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